Spero vivamente che molti possano leggere queste righe e dire la loro nel rispetto di quei valori che le nostre tradizioni ci hanno insegnato.
E naturalmente a dare il via sarà il sottoscritto. Inizierò, per rendere più interessante e crescente l’interesse, dalle squadre che hanno detto chiaramente tutto o che, perché nuove, non devono dimostrare nulla. E’ pacifico, relativamente a queste ultime, che tutti noi comunque le ringraziamo per il loro lavoro e per l’apporto che danno al nostro sport.
E cosa meglio dell’Accademia Avezzano per cominciare, squadra forte, che gioca un rugby bello da vedere e, superfluo dirlo, di una efficacia forse spropositata per le concorrenti che deve affrontare. Avevo riferito in altra occasione di aver colto una ramanzina del loro allenatore, Rotilio tanto per dire un nome che ha una sua storia, perché non riusciva a lavorare come avrebbe voluto. Ecco questo è il succo dell’Accademia Avezzano: stravince ma vuole crescere ancora, sa che gli impegni del futuro saranno più gravosi e vuole cominciare subito a colmare il gap che c’è tra la realtà e l’obbiettivo che si sono proposti di raggiungere. Avevamo cercato, sul forum regionale, di motivare le altre società a cercare il colpaccio o, almeno, una sconfitta decorosa ma non c’è stato nulla da fare, al di la dello scarto di punti solo Falconara è riuscita a segnare una meta e null’altro. In una parola RULLOCOMPRESSORE.
Veniamo poi alle altre due esordienti: il Moscosi e l’Atessa. Incontrandole sul campo mi era sembrato che entrambe fossero meno inesperte di quanto si potesse immaginare a inizio campionato. Il Moscosi aveva recuperato qualche giocatore da altre società, Mogliano e Recanati se la memoria non m’inganna, per cui anche nelle sconfitte qualcosa da dire l’ha avuta. L’Atessa invece ha probabilmente respirato più rugby, dato il contesto geografico, e anche senza giocatori con esperienze pregresse ha mostrato abbastanza ordine ed entusiasmo. Per tutte e due queste squadre consiglierei, il consiglio in questa occasione è libero e assolutamente non è mancanza di rispetto, maggior disciplina di ruolo e maggior coesione in campo. Diversa invece vedo la tendenza, ovvero, stando ai risultate e alla continuità, il Moscosi mi sembra in calo mentre l’Atessa ha trovato un suo ruolino di marcia e cerca di portarlo avanti.
Tortoreto: può vantare due squadre, la normale, allenata dal mitico Pignotti, e quella hospital, diretta dal Dr. House. Del Tortoreto non si può dire nulla, ha tirato innanzi per quasi tutto il girone di andata assaporando la vittoria solo all’ultimo. Il miglioramento è comunque visibile, ma vedremo in futuro fino a che punto arriveranno i simpatici cugini. Se vogliamo comunque dare loro un consiglio direi di curare di più l’organizzazione societaria, perché è vero che la Federazione avrà sbagliato gli orari, ma è altrettanto vero che le comunicazioni della stessa sono arrivate e dovrebbero essere lette.
SAMB 1973: storia complicata quella della Samb. Decisa a rinnovare staff tecnico e giocatori in due anni ha sostituito due allenatori storici (Pignotti) e carismatici (Del Giacco) e liberato tutta la vecchia squadra seniores e diversi ragazzi, Insomma Fioroni e C. hanno dovuto sudare le classiche sette camicie per far continuare la società a essere un riferimento per tutte le età, in bocca al lupo a loro. Anche se il sottoscritto avrebbe preso qualche decisione differente, un anno senza seniores non sarebbe stata la fine del mondo ad esempio, dobbiamo scappellarci (il capo, che avevate capito?) davanti allo spirito di sacrificio di chi, non essendo più un ragazzino e pagandone le conseguenze, è sceso in campo e si è levato il gusto di vincere il derby con l’Ascoli. I giudizi tecnici in situazioni come questa vanno decisamente sospesi.
TERAMO: altra squadra che probabilmente sta pagando le scotto del ringiovanimento. Pur avendo ancora qualche elemento di indubbio valore, l’alto numero di esordienti fa capire che il momento non è dei migliori. Partita male sta recuperando anche in termini di risultati, gli alti e bassi che si registrano ora dovrebbero sparire nel girone di ritorno. Insomma l’anno prossimo riavremo il Teramo che conoscevamo.
RECANATI: altra squadra che sta mostrando alti e bassi, in tutta onestà, per quel poco che ho personalmente potuto vedere, mi sembra la squadra che è cresciuta meno, forse anche per le defezioni cui accennavo prima. Encomiabile comunque l’inizio del lavoro con le giovanili, elemento sottovalutato da alcuni, che alla fin fine rappresentano il futuro. Mi aspetto da loro un girone di ritorno di livello migliore, devono essere meno litigiosi in campo e acquisiscano una disciplina di ruolo più convincente, insomma che prendano ad esempio il modo di agire della loro società.
FALCONARA: con la Dinamis entriamo nel gruppetto di squadre che, consapevoli o no, hanno dato più di succo al campionato. Ha dimostrato carattere, lealtà, visione giusta, senza particolare animosità, delle vicende rugbistiche, hanno dei bei giocatori e se vogliamo far loro un appunto, anzi lo facciamo, questo riguarda il settore giovanile che manca, certo non è facile in un piccolo centro reclutare una cinquantina di ragazzini ma se non ci si prova non si va da nessuna parte, e, come ho sentito dire, cambiare nome per non pagare dazio non è proprio una cosa seria. In definitiva me lo ricordavo più forte e più determinato (manca l’apertura straniera che dava carica?) però mi piace di più così.
MACERATA: uguale allo scorso anno in linea di massima, forse più forte e fisica in mischia mentre i trequarti, almeno contro di noi, non hanno brillato un gran che. Certo l’Ascoli di oggi non è quello dello scorso anno, per cui certe cose vengono meno facili, ma me li ricordavo più fluidi e veloci. Comunque la squadra più argentina che c’è nel girone, e non solo per la presenza dei tanti cugini biancazzurri presenti, poco disposta a perdere e stracarica di adrenalina se le cose vanno male. Mi dicono che fanno due ore di yoga alla settimana e mi chiedo: sarà il caso di passare direttamente al bromuro? Altra cosa nel terzo tempo mi sono sembrati poco rispettosi nei confronti degli sconfitti, celebrando, con in sottofondo un brusio alla Rocky, un loro compagno protagonista di un diverbio chiarito senza parole. In una parola, forse un tantino forte, mi hanno un po’ deluso.
ANCONA: dopo l’Accademia forse la squadra più compatta che ho visto, sul campo si fanno notare anche per il tanto parlare, ma in definitiva fanno cose semplici in maniera efficace. Qualche individualità di pregio, mischia ben messa, fisicamente abbastanza forti e come risultato finale di questa analisi meritano il secondo posto che occupano, d’altronde tranne che con Avezzano hanno vinto sempre. Però non mi convincono appieno, mi piacerebbe vederli, se aggrediti, come reagirebbero.
ASCOLI: non è facile parlare della propria squadra in maniera distaccata, specie per il sottoscritto al quale non manca lo spirito critico, l’ho lasciata per ultima proprio per questo motivo e non per altro. L’Ascoli deve ancora crescere sotto tanti punti di vista, come società deve riuscire a consolidare tutto quello che la fortuna, la bravura di qualcuno o il momento felice di questo sport gli ha consentito di fare, i giocatori invece devono maturare rugbisticamente nel vero senso della parola, più abnegazione, più continuità, più lucidità e meno fragilità psicologica, tutte doti che si acquisiscono lavorando bene in allenamento. D’altronde nella classifica delle partite siamo quarti dietro anche a Macerata, certo la partita con la Samb è stata un incidente e se fossimo stati più tranquilli e coscienti di quello che si doveva fare i ns. punti oggi sarebbero, ma anche quella tranquillità è frutto del buon lavoro.
Arrivare ad avere una seniores e quattro giovanili in soli due anni è un grosso risultato e un impegno gravoso che si gestisce bene se ci sono persone che amano prendersi, e mantenere, gli impegni, fare invece cinque squadre che giocano a rugby è un'altra cosa, molto più difficile. Insomma in conclusione possiamo dire che stiamo vivendo un momento felice, ma se ci si accomoda si rischia di perdere il filo di tutto.
Qui mi fermo non tanto perché non abbia altro da dire, sulla mia squadra potrei riempire pagine e pagine, ma perché vorrei che qualcun altro contribuisse a renderci le idee più chiare.
E ora la parola a voi tutti, chi vuole commenti.